Artissima 2024: come se la cava con il digitale la fiera d'arte più importante dell'anno #13
Siamo tornati in uno dei momenti più caldi del 2024 per raccontarti da vicino i contenuti e contenitori digitali di Artissima dal nostro punto di vista.
Ciao,
finalmente eccoci qui! Sono passati 6 mesi dall’ultima e-mail che avete ricevuto da noi: inutile dire che ci siete mancati, ma siamo sicuri che l’unico modo per farci perdonare è andare dritti al punto, quindi non perdiamo tempo in convenevoli.
Artissima sta arrivando, e con lei i contenuti - e i contenitori - digitali cominciano a popolare le nostre Home, le nostre caselle di posta e addirittura i nostri messaggi whatsapp, con i primi inviti inoltrati.
Oggi ti raccontiamo una parte di tutto questo dal nostro punto di vista, cercando di rispondere a domande tipo: tutti i target della fiera sono ugualmente rappresentati nelle diverse piattaforme? Le informazioni sono facilmente reperibili? Cosa posso fare in quei giorni? E tanto altro ancora.
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1. Il sito web
Il sito web di Artissima deve poter dare spazio ai tre target principali:
Visitatori (e quindi potenziali compratori) che si chiederanno: quando si terrà Artissima? Come posso raggiungere la fiera? Cosa posso fare una volta che arrivo a Torino?
Giornalisti e lavoratori del settore: dove posso accreditarmi? Qual è l’agenda? Dove trovo i progetti speciali? Dove sta il comunicato stampa?
Espositori: dove si trovano i miei competitor? E basta, non avranno tempo di chiedersi o fare altro.
Lo diciamo subito: le risposte a queste domande si trovano molto chiaramente nel menu del sito web, in un tempo breve. Questa è forse la caratteristica che più apprezziamo in quanto digital strategist: prima dell’estetica c’è sempre la fruibilità del contenuto, che qui troviamo al 100%.
Se siete dei visitatori, non avrete problemi a orientarvi nel sito web: avete una sezione realizzata appositamente per voi, dove potete trovare informazioni, biglietti e eventi a Torino.
Se siete dei giornalisti o dei lavoratori del settore, avete a disposizione tutto quello di cui avete bisogno. Noi, dopo esserci accreditati, ci siamo fiondati nella sezione Progetti speciali, dove siamo davvero contenti di essere finiti: podcast, piattaforme digitali, nuova identità visiva e tanto altro che troverete in altri paragrafi di questo articolo. Insomma, per noi è un diesci (da immaginare nella propria testa con la voce di Alessandro Borghese)!
Se, infine, siete degli espositori, probabilmente non avrete tempo nemmeno di andare in bagno quindi ribadiamo quanto scritto sopra: la sezione per impicciarvi dei vostri competitor è lì, sotto la voce “espositori” (si scherza eh, ma nemmeno troppo…).
Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla facilità di navigazione del sito, quindi andiamo al prossimo paragrafo dedicato ai social media.
2. I canali social
I canali social di un’istituzione di questo calibro sono un’arma a doppio taglio, e nelle prossime righe cerchiamo di spiegarti il motivo.
Quando si realizza un evento di questo tipo, i partner, gli sponsor e i partecipanti alla fiera hanno un elevato interesse nell’essere menzionati all’interno degli spazi istituzionali (in questo caso digitali) di Artissima. I giorni di apertura e quelli immediatamente successivi sono i più ambiti, perché ci sarà una maggiore copertura stampa e quindi verosimilmente maggiore traffico sui social media e sul sito web.
Tuttavia, e qui arriviamo alla definizione di arma a doppio taglio, se da una parte lo spazio digitale più ambito è quello dei giorni di fiera o quelli immediatamente vicini, dall’altro un sovraccarico di contenuti nell’arco di 4 giorni uccide l’engagement rate delle pagine, andando a frammentare la partecipazione online degli utenti e dunque diminuendo notevolmente la copertura di ciascun contenuto.
Nelle prossime righe qualche esempio concreto.
2.1 La pagina Instagram
La pagina Instagram di Artissima risponde a due dei tre criteri che secondo noi un canale corporate come questo dovrebbe avere:
Istituzionalità
Informazione
Interazione
La pagina è fortemente improntata all’istituzionalità, vale a dire che viene garantito un approccio corporate in tutti i suoi contenuti: si parla con un tono di voce freddo e diretto, probabilmente derivante dai comunicati stampa dei singoli progetti. Le fotografie sono di ottima qualità, sicuramente più di stampo giornalistico che social.
Artissima è la fiera più importante d’Italia, dunque capiamo che sia necessario mantenere dritto il timone verso una direzione che non lasci spazio agli equivoci.
Sulla stessa linea notiamo come la parte informativa sia garantita dalla doppia lingua, ormai diffusa in gran parte degli eventi fieristici e festival in Italia e da tag, menzioni e hashtag ufficiali di eventi, partner e istituzioni. Probabilmente, per facilitare il reperimento di informazioni, avremmo replicato il menu del sito web anche nelle stories in evidenza, utilizzando proprio la stessa nomenclatura, per facilitare il collegamento fra i vari contenitori digitali.
Veniamo dunque alla parte secondo noi più debole: le interazioni.
Prima di iniziare, una premessa: quando a creare contenuti è una pagina aziendale, dunque senza un volto umano, l’engagement rate è sempre sotto la media. È normale, i social sono fatti per empatizzare con le persone e quando queste vengono a mancare attraverso volti e parole nel feed, le interazioni calano. Succede spesso nell’arte, ma anche nell’editoria.
Aggiungiamo che molto probabilmente agli espositori, ai partner e a tutte le istituzioni coinvolte nel progetto deve essere garantita equa distribuzione di post, menzioni e stories, motivo per cui spesso la frequenza di pubblicazione sovrasta l’interazione degli utenti.
Al momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, il 26 ottobre, non abbiamo di fronte esempi di post andati particolarmente bene. Raramente si raggiungono i 200 like in un contenuto, che su una pagina di 82k followers non è moltissimo.
Quello che possiamo dire, concludendo, è che siamo sicuri che il traffico originato nei giorni di fiera darà un boost alla pagina, che parte da una fanbase molto buona a livello numerico, ma che ha bisogno di essere attivata.
Per evitare che questo articolo diventi un saggio, ti invitiamo a guardare da te la pagina LinkedIn della fiera, mentre vi inseriamo qui il video Youtube del direttore Luigi Fassi, che racconta l’edizione di Artissima del 2024.
3. I prodotti audio
Se siete iscritti a questa newsletter, saprete che abbiamo un debole per i podcast. Abbiamo dedicato all’argomento qualche articolo, tuttavia in questa sede vogliamo concentrarci su due prodotti audio di Artissima che abbiamo provato anche lo scorso anno e che abbiamo apprezzato molto.
3.1 Le AudioGuide
Le audioguide non sono ancora state pubblicate, perché saranno online sul sito web di Artissima a partire dal 1° novembre, ma ne abbiamo fatto uso l’anno scorso e le abbiamo apprezzate particolarmente.
La fiera è notoriamente un evento commerciale, al quale viene dato ogni anno un volto comunicativo per narrarne l’aspetto culturale e “onorarlo” a prodotto artistico. Alcune fiere riescono a trasmettere il messaggio curatoriale molto bene, altre cercano di dare un aspetto culturale e creativo a qualcosa che è, fondamentalmente, un prodotto da vendere.
Detto questo, troviamo che le audioguide siano un ottimo espediente, molto attuale, per dare un volto e comunicare un messaggio che altrimenti rimarrebbe solo su carta stampata, e difficilmente reperibile (provate a immaginare tutti i fogli che dovreste raccogliere nei vari stand per provare a ricordare qualcosa delle opere che avete visto e che vorreste, forse, comprare).
Artissima, negli anni passati, era solita organizzare delle visite guidate nei vari stand, da qualche anno invece ha trovato questo espediente che è sicuramente più comodo (non sappiamo onestamente se sia anche più economico) e dona sostanza a quello che rischia di diventare un mercato e non una fiera se non comunicato nel modo giusto. Per nostra esperienza personale, possiamo dire che in passato abbiamo comprato qualche opera d’arte presso piccole gallerie. In entrambi i casi abbiamo notevolmente apprezzato la cura nel narrare, da parte del gallerista, lo studio, l’approccio e il messaggio dell’artista dietro l’opera.
[Poi lo sappiamo, facciamo marketing anche noi, ma una buona storia vince sempre su qualsiasi strategia di comunicazione].
3.2 Il podcast
Abbiamo già parlato di quanto i podcast possano essere uno strumento potente per comunicare la cultura, e Artissima lo sa bene. Ci siamo imbattuti in un podcast dell’anno scorso dal titolo Lo stereoscopio dei solitari.
Si tratta di un podcast di alto livello che, con cadenza mensile e per un anno, racconta le storie di 12 professionisti dell'arte e della cultura. Se prima abbiamo parlato dell'importanza della narrazione e della presenza umana, qui hanno decisamente colpito nel segno: si tratta di storie di vite che si intrecciano con il mondo dell’arte contemporanea.
Sembra che sia in programma una nuova edizione per quest’anno, e ascoltando quella dell’anno scorso, possiamo dire che l’intenzione e l’esecuzione sono davvero promettenti, con racconti che entrano a fondo nelle storie dell’arte.
Certo, non è il tipico podcast da ascoltare mentre si lavano i piatti, piuttosto un podcast di nicchia per chi ama e compra l’arte.
Se vi abbiamo incuriosito, lasciamo qui un episodio che abbiamo apprezzato particolarmente:
Insomma, come se la cava con il digitale Artissima 2024?
In conclusione, il bilancio è decisamente positivo: Artissima sta chiaramente puntando a raffinare la sua identità, già largamente più definita, accompagnata da una larga community che ha bisogno di essere nutrita con attenzione. La fiera ha già un corporate brand molto presente online, che andrebbe ottimizzato non tanto nel suo aspetto, quanto nell’interazione con il pubblico.
Insomma, Artissima con il digitale se la cava bene, e siamo curiosi di vedere quali saranno le novità di quest’anno!
A presto,
Eleonora Rebiscini con l’aiuto di Carolina Floris
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