Comunicare è un po’ curare (una mostra) #10
Comunicare una mostra è un po’ come curarne una, con le dovute differenze. Oggi ti raccontiamo come comunicare non significhi semplicemente riempire le caselle vuote di un calendario editoriale 📆
Ciao Hubovies,
welcome back nella nostra newsletter settimanale (o quasi) dove vi raccontiamo qualcosa del nostro lavoro nel settore culturale.
Oggi vogliamo raccontarvi cosa significa per noi creare una strategia di comunicazione di una mostra, perché spesso in molti pensano che si tratti semplicemente di riempire le caselle vuote di un calendario editoriale.
Che cos’è una strategia di comunicazione?
Te lo diciamo in breve, perché c’è gente molto più qualificata di noi che ci ha scritto libri. Per noi, creare una strategia significa creare un piano basato su obiettivi, bisogni e desideri del nostro cliente. Può sembrare strano, ma un museo può avere obiettivi, bisogni e desideri diversi da un’istituzione privata che si occupa di realizzare mostre.
Una strategia di comunicazione è un piano basato sulle leve di comunicazione che sappiamo utilizzare meglio per raggiungere diversi obiettivi: come vorrei essere percepito rispetto ad altri musei nella mia stessa regione? Come posso intrattenere gli utenti con cui mi interfaccio ogni giorno come istituzione dando loro degli spunti culturali? Come posso dirigere gli utenti dalla mia newsletter o sito web all’acquisto di un biglietto?
Ma perché abbiamo scritto, provocatoriamente, che secondo noi comunicare è un po’ come curare?

Lo raccontiamo in 3 punti (brevissimi, lo giuriamo!)
1. Comunicare una mostra: qual è la differenza fra marketing e comunicazione.
Perché diciamo comunicare una mostra e non markettare una mostra? Semplice, perché sono due cose diverse.
Partiamo dalla differenza fra marketing e comunicazione.
Secondo l’Enciclopedia Treccani, il Marketing “è inteso come processo di pianificazione e realizzazione delle attività di ideazione, di fissazione del prezzo, di promozione e di distribuzione di idee, beni e servizi destinati a creare scambi per la soddisfazione degli obiettivi degli individui e delle organizzazioni”.
Non vogliamo ridurre il marketing solo a questo, ma la definizione qui sopra ci permette di comprendere meglio la definizione di comunicazione, che inseriamo qui sotto, sempre tratta dall’Enciclopedia Treccani:
“In senso più generale (determinato dallo sviluppo degli studi nell’ambito della psicologia umana e animale e nell’ambito della teoria dell’informazione), ogni processo consistente nello scambio di messaggi, attraverso un canale e secondo un codice, tra un sistema (animale, uomo, macchina, ecc.) e un altro della stessa natura o di natura diversa”.
Anche in questo caso la definizione è stata estrapolata da un discorso molto più ampio, ma ci è sembrata la più rappresentativa per questo articolo.
In altre parole, possiamo dedurre che la comunicazione sia una leva del marketing e che in ambito culturale noi arriviamo, solitamente, quando un’istituzione ha già individuato i suoi obiettivi attraverso un piano di marketing specifico. Quello che noi facciamo è fare in modo che il piano di marketing si realizzi attraverso leve di comunicazione digitali efficaci.
2. Comunicare è un po’ curare: perché ci prendiamo cura del contenuto artistico 🖼️
Curare, nel nostro settore, significa prendersi cura di un contenuto e renderlo esistente nel tempo e nello spazio sotto forma di mostra. Comunicare, sempre nel nostro settore, significa prendere il messaggio già esistente nella curatela e trasmetterlo al pubblico. I nostri detrattori sostengono che ci limitiamo a fungere da amplificatore, noi invece sosteniamo che quel messaggio (imprescindibile e al quale non possiamo sostituirci) vada maneggiato con cura (e no, la parola cura non è un caso) e poi trasmesso secondo linguaggi, canali e modalità diverse, a seconda delle esigenze.
Immaginiamo la famosa scena (se avete studiato storia dell’arte sappiamo che ci avete capito subito) in cui Michelangelo tira fuori dal blocco di marmo la scultura che, lui sosteneva, già esisteva all’interno del marmo stesso.
Ecco, l’artista è colei, o colui, che realizza la scultura, il curatore si occupa di capire attentamente cosa passa per la mente dell’artista nel processo di creazione (che non è solo quello pratico, attenzione!) e di contestualizzare il suo lavoro nello spazio e nel tempo (dove verrà esposta l’opera? Qual è il periodo storico che stiamo attraversando? L’artista esporrà con altri artisti? Qual è la storia di questa persona che crea?). Il curatore in quel momento si prende cura dell’oggetto artistico e dell’artista, e lavora essenzialmente sulla sottrazione, ovvero parte da una situazione generale per tirare fuori, come in un processo maieutico, una mostra con un messaggio da veicolare.
Una volta che la statua è pronta, il curatore e l’artista iniziano a invitare i primi addetti al settore per lavorare alla mostra. I comunicatori sono fra i primi a osservare la scultura, a parlare con il curatore e a studiare l’opera nel suo contesto, ma attenzione, la mostra è ancora chiusa al pubblico!
Questa fase di raccoglimento intorno all’opera è la fase più importante per un comunicatore: ricerca, studio e realizzazione di un messaggio da veicolare. Il comunicatore si prende cura del messaggio culturale, lo maneggia e lo alleva prima che questo spicchi il volo verso la folla che animerà gli spazi museali.
Il piano editoriale e il calendario editoriale sono solo una conseguenza di questa fase maieutica del curatore prima, e del comunicatore poi.
3. Curare una mostra e comunicarla: tutti pezzi dello stesso ingranaggio ⚙️
Le due cose vanno di pari passo: una splendida mostra ha bisogno della comunicazione per renderla nota, una mostra mediocre con grande comunicazione alle spalle rimane una mostra che trasmetterà un passaparola negativo.
È ovvio che noi non crediamo che la comunicazione sia l’unica cosa che conta (immaginatevi una mostra senza l’adeguato allestimento, senza un’organizzazione certosina nel trasporto delle opere, senza un ufficio stampa).
Sappiamo che i curatori fanno il primo, necessario passo, mentre i comunicatori fanno in modo di compiere passi fino alla fine del percorso espositivo: proprio come un visitatore che varca la soglia del museo infatti, il comunicatore ha il compito di portare la mostra fino alla fine.
A noi piace molto il nostro lavoro, per questo studiamo ogni giorno per migliorare le nostre capacità creative, ottimizzare i nostri processi e impegnarci affinché il messaggio artistico e curatoriale sia trasmesso al meglio ai visitatori.
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